Paul Feyerabend e il manifesto anti-astrologico del 1975
di Enzo Barillà
Forse qualcuno di voi conserva memoria del fatto che quasi un quarto di secolo fa un folto gruppo di scienziati - ben 186, di cui 18 premi Nobel - firmò un "manifesto anti-astrologico" che ebbe molta risonanza sulla stampa di tutto il mondo occidentale. Il testo fu pubblicato sul numero di settembre/ottobre 1975 della rivista americana Humanist come "Dichiarazione di 186 eminenti Scienziati", suddiviso in quattro parti: la prima consiste nel "manifesto" vero e proprio, segue poi l'elenco delle firme e chiudono il "manifesto" due articoli assai critici verso l'astrologia.
Ne riporto qui di seguito la mia traduzione, che riproduce con leggere modifiche quella già apparsa su Astrologia: Sì e No scritto a quattro mani con Ciro Discepolo.
"Scienziati di diverse discipline si sono preoccupati per l'accresciuta accettazione dell'astrologia in molte parti del mondo. Noi sottoscritti - astronomi, astrofisici, e scienziati in altri campi - desideriamo mettere in guardia il pubblico verso la cieca accettazione delle predizioni e dei consigli forniti, in pubblico ed in privato, dagli astrologi. Coloro che desiderano credere nell'astrologia dovrebbero rendersi conto che non esiste alcun fondamento scientifico nei suoi princìpi.
Nei tempi antichi la gente credeva nelle predizioni e nei consigli degli astrologi perché l'astrologia era parte integrante della loro magica visione del mondo. Essi consideravano i corpi celesti come dimore o presagi degli dèi e pertanto strettamente collegati con avvenimenti qui sulla terra; essi non avevano alcuna idea delle enormi distanze intercorrenti fra terra, stelle e pianeti. Ora che queste distanze possono essere, e sono state, calcolate, comprendiamo quanto siano infinitesimamente piccoli gli effetti gravitazionali ed altri effetti prodotti dai lontani pianeti e le ancora più lontane stelle. E' semplicemente un errore immaginare che le forze esercitate da stelle e pianeti all'atto della nascita possano in alcun modo foggiare il nostro futuro. Non è neppure vero che la posizione di lontani corpi celesti renda certi giorni o periodi più favorevoli a particolari specie di azioni, o che il segno sotto cui si nasce determina compatibilità od incompatibilità con altre persone.
Perché si crede nell'astrologia? In questi tempi incerti, molti anelano al conforto di avere una guida nel prendere decisioni. Ad essi piacerebbe credere in un destino predeterminato da forze astrali al di là di ogni controllo. Comunque, tutti noi dobbiamo confrontarci col mondo e dobbiamo renderci conto che il futuro sta in noi stessi e non nelle stelle.
Uno vorrebbe supporre, in questi tempi di assai diffuso miglioramento dei livelli intellettuali ed educativi, che non dovrebbe esser necessario smascherare credenze basate sulla magia e sulla superstizione. Tuttavia, nella società moderna dilaga l'accettazione dell'astrologia. Noi siamo particolarmente disturbati dalla continua ed acritica diffusione di grafici astrologici, previsioni, oroscopi, tramite mezzi di comunicazione di massa e tramite altrimenti rispettabili giornali, riviste ed editori. Ciò può solo contribuire alla crescita dell'irrazionalismo e dell'oscurantismo. Crediamo che sia giunto il momento di contestare direttamente e con forza le pretenziose rivendicazioni dei ciarlatani astrologici.
Dovrebbe essere evidente che quegli individui che continuano ad avere fede nell'astrologia, si comportano così in spregio del fatto che non esiste alcuna base scientifica del loro credo ed anzi che esistono prove ben fondate in senso contrario."
Credo che pochissimi in Italia sappiano che tale "manifesto" abbia suscitato l'attenzione del filosofo Paul K. Feyerabend il quale si prese la briga di commentarlo - con piglio alquanto scanzonato - nel suo libro Science in a free society (NLB, Londra, 1978).
Così scrive Feyerabend:
"Ora, ciò che sorprende il lettore - la cui immagine della scienza sia stata formata dai consueti panegirici che ne sottolineano la razionalità, obbiettività, imparzialità, e via di seguito - è il tono religioso del documento, l'analfabetismo delle ragioni addotte ed il modo autoritario utilizzato per presentarle. I dotti gentiluomini nutrono forti convincimenti, e utilizzano la loro autorità per diffondere tali convincimenti (ma perché 186 firme se si hanno buone ragioni?), conoscono qualche frase che assomiglia ad una argomentazione, ma sicuramente non sanno niente di ciò che dicono (1).
Prendete la prima frase del "manifesto". Essa recita: "Scienziati di diverse discipline si sono preoccupati per l'accresciuta accettazione dell'astrologia in molte parti del mondo."
Nel 1484 la chiesa cattolica pubblicò il Malleus Maleficarum, il testo classico sulla stregoneria. Il Malleus è un libro assai interessante, che consta di quattro parti: i fenomeni, l'eziologia, gli aspetti legali, gli aspetti teologici della stregoneria. La descrizione dei fenomeni è sufficientemente dettagliata per consentirci di riconoscere i disturbi mentali che accompagnavano alcuni casi. L'eziologia è pluralistica in quanto non c'è solo la spiegazione ufficiale, ci sono anche altre spiegazioni, ivi incluse spiegazioni puramente materialistiche. Ovviamente, alla fine solo una delle spiegazioni offerte viene accettata, ma le alternative sono discusse in modo che si possa giudicare le ragioni che portano alla loro eliminazione. Questa caratteristica rende il Malleus superiore a quasi tutti gli odierni libri di fisica, biologia e chimica. Anche la teologia è pluralistica, in quanto le concezioni eretiche non sono passate sotto silenzio né vengono ridicolizzate: esse vengono descritte, esaminate ed eliminate con argomentazioni. Gli autori conoscono la materia, conoscono i propri oppositori; forniscono un equo resoconto delle posizioni degli oppositori, argomentano contro queste posizioni ed usano la miglior conoscenza possibile di quel tempo nelle loro argomentazioni.
Il libro contiene un'introduzione, una bolla del Papa Innocenzo VIII, emessa nel 1484. La bolla così recita: "E' in verità pervenuto alle nostre orecchie, non senza affliggerci con amaro dispiacere, che in ..." - ed ora segue una lunga lista di paesi e contrade - "molte persone di ambedue i sessi, dimentiche della loro stessa salvezza, si sono allontanate dalla Fede Cattolica e si sono abbandonate ai demoni..." e così via. Le parole sono quasi le stesse di quelle all'inizio del "manifesto", come pure i sentimenti colà espressi. Sia il Papa che i "186 eminenti scienziati" deplorano la crescente popolarità di ciò che essi ritengono disdicevoli punti di vista. Ma quale differenza in cultura ed erudizione!
Se si raffronta il Malleus con i resoconti del sapere contemporaneo, il lettore può facilmente verificare che il Papa ed i suoi dotti autori conoscevano ciò di cui stavano parlando. Il che non può essere affermato riguardo i nostri scienziati. Essi non solo sconoscono la disciplina che stanno attaccando, l'astrologia, ma anche quelle parti della propria scienza che costituiscono le basi del loro attacco.
[...]
Il "manifesto" si appiglia molto al fatto che "l'astrologia era parte integrante della loro magica visione del mondo" ed il secondo articolo offre "una definitiva smentita" rivelando che "l'astrologia nacque dalla magia". Ma questo dotto signore dove ha ottenuto questa informazione? Per quanto è dato di sapere, non c'è nemmeno un antropologo tra i firmatari ed io dubito alquanto che ce ne sia qualcuno al corrente dei più recenti studi di questa disciplina. Ciò che essi conoscono sono alcuni dei più antiquati concetti di quello che si potrebbe definire il periodo "Tolemaico" dell'antropologia, quando si riteneva che l'uomo occidentale post XVII secolo fosse l'unico possessore della vera conoscenza, quando gli studi sul campo, l'archeologia ed un più accurato esame del mito non avevano ancora portato alla scoperta del sorprendente patrimonio di conoscenze posseduto tanto dagli antichi quanto dai moderni "Primitivi", e quando si supponeva che la storia consistesse di un semplice avanzamento, partendo da concezioni più primitive per giungere a quelle meno primitive. Così osserviamo: il giudizio dei "186 eminenti scienziati" riposa su una antropologia antidiluviana, sull'ignoranza dei più recenti risultati nei loro stessi campi (astronomia, biologia, ed i rapporti fra le due) come pure sull'incapacità di percepire i risvolti di risultati già ad essi noti. Dimostra fino a che punto gli scienziati sono pronti ad imporre la loro autorità anche in campi in cui mancano di qualsiasi conoscenza.
Ci sono molti errori di minor conto. Si dice che "all'astrologia fu arrecato un grave colpo mortale" quando Copernico rimpiazzò il sistema tolemaico. Notate il meraviglioso linguaggio: il dotto scrittore crede forse nell'esistenza di "colpi mortali" che non siano "gravi". Per quanto attiene al contenuto, possiamo solo dire che è stato vero il contrario. Keplero, uno dei maggiori copernicani, utilizzò le nuove scoperte per migliorare l'astrologia, trovò nuove prove a suo favore, e la difese contro i suoi oppositori (2). C'è una critica del detto "astra inclinant, non determinant". Questa critica trascura il fatto che la moderna teoria dell'ereditarietà, ad esempio, lavora interamente con le inclinazioni. Alcune specifiche asserzioni che fanno parte dell'astrologia sono criticate adducendo prove che le contraddicono; ma ciascuna teoria che rivesta un moderato interesse si trova sempre in conflitto con numerosi risultati sperimentali. In questo, l'astrologia è simile a programmi di ricerca scientifica altamente rispettati. C'è una citazione, un po' lunghetta, presa da una dichiarazione di psicologi, che così recita: "Gli psicologi non hanno trovato alcuna prova che l'astrologia abbia un qualsiasi valore nell'indicare tendenze della vita di una persona, siano esse passate, presenti o future...". Se si considera che gli astronomi e i biologi non hanno trovato prove già pubblicate, e prodotte da ricercatori delle loro stesse materie, questo non può davvero contare come argomentazione valida. "Gli astrologi, offrendo al pubblico l'oroscopo quale sostituto di un pensiero onesto e convalidato, si sono resi colpevoli di far leva sull'umana tendenza a percorrere facili anziché difficili strade " - ma che cosa si deve dire della psicoanalisi, della fiducia sui test psicologici che, da lungo tempo, sono diventati un sostituto di "un pensiero onesto e convalidato" nella valutazione dei persone di qualsiasi età? (3) E per quanto riguarda l'origine magica dell'astrologia, si può solo far notare che la scienza, un tempo, era molto strettamente collegata con il magico e che essa deve essere rifiutata, se l'astrologia deve essere respinta per questi motivi.
Questi commenti non dovrebbero essere interpretati come un tentativo di difendere l'astrologia quale oggi viene praticata dalla grande maggioranza degli astrologi. La moderna astrologia è, per molti aspetti, simile all'antica astronomia medievale: ha ereditato idee profonde ed interessanti, ma le ha distorte e le ha rimpiazzate con caricature più consone alla limitata comprensione dei suoi praticanti. Tali caricature non sono utilizzate per la ricerca; non c'è alcun tentativo di addentrarsi in nuovi territori e di allargare le nostre conoscenze degli influssi extra-terrestri; esse servono semplicemente come una riserva di regole e frasi ingenue adatte a fare impressione sugli ignoranti. Eppure queste non sono le obbiezioni sollevate dai nostri scienziati. Essi non criticano l'aria stagnante alla quale si è consentito di oscurare gli assunti di base dell'astrologia: essi criticano gli assunti di base in sé e per sé e, così facendo, trasformano in caricatura le loro stesse materie. E' interessante rilevare quanto strettamente le due parti si avvicinino l'una all'altra in ignoranza, presunzione e nel desiderio di facile dominio sulle menti."
Fin qui la severa critica di Feyerabend che, come avete visto, neppure risparmia l'astrologia come egli ritiene che oggi venga praticata dalla maggioranza degli astrologi.
Ma quale è stata la replica degli scienziati (o - per meglio dire - scientisti), al di là del consueto mal di testa che veniva loro provocato dalla lettura degli scritti di questo enfant terrible della filosofia della scienza?
Girovagando per Internet, ci si può imbattere in un sito, denominato "Becoming a Critical Thinker", curato dal prof. Robert T. Carroll, docente di filosofia presso l'Università della California nella città di Davis. Bisogna dare atto a questo signore di essersi notevolmente impegnato nel respingere in blocco l'astrologia utilizzando anche altri argomenti oltre quelli, scontati, della precessione degli equinozi (a questa non ha saputo però rinunciare!) e via discorrendo. Inoltre, vista la sua materia d'insegnamento, non poteva ignorare Feyerabend che si accontenta di citare - in nota n. 4)- come segue:
"Vedi Paul Feyerabend, "The strange case of Astrology", ristampato in Philosophy of Science and the Occult a cura di Patrick Grim, p. 19, tratto da Science in a Free Society (London: NLB, 1978). Feyerabend si duole inoltre che la scienza sia anti-democratica in quanto non lascia alla gente libertà di voto su ciò che sia da ritenere vero o falso riguardo il mondo empirico. Più importante ancora, egli nota che "l'astrologia è simile a programmi di ricerca scientifica altamente rispettati." Ciò è verissimo ed indica non tanto che c'è qualcosa di sbagliato nel modo in cui trattiamo l'astrologia, ma che c'è qualcosa di molto sbagliato nel rispetto che viene attribuito a certe discipline, specialmente quelle discipline che hanno a che fare con il comportamento umano: la psicologia, la psichiatria e la psicoanalisi. Se mai c'è stata una delusione di massa in merito al valore ed alla verità di qualcosa, è proprio questa. Queste discipline combinate insieme sono un buco nero di ignoranza che risucchia fino al centro dell'oscurità uno stupido sì e uno no di questo pianeta. Ci sono più ciarlatani che praticano queste discipline sotto la maschera di scienza, verità, rispettabilità e sapienza che tutti i venditori di pozioni miracolose che siano mai esistiti."
(http://wheel.dcn.davis.ca.us/~btcarrol/skeptic/astrolgy.html)
Questo è tutto ciò che il Prof. Carroll ha da dirci in merito alle numerose e circostanziate critiche che Paul Feyerabend ha mosso al "manifesto" firmato da 186 "eminenti" scienziati, di cui 18 premi Nobel!
Chiudo queste brevi note con qualche considerazione finale.
Feyerabend ha ancora una volta dimostrato (e lo farà molto spesso in seguito, con altri suoi scritti) tutta l'ignoranza degli scienziati (rectius: scientisti) nell'affrontare materie in cui non sono versati, ed anche nelle proprie. Le loro critiche non solo non inficiano l'astrologia, ma neppure contribuiscono a farla progredire, come invece è stato nel caso delle monumentali ricerche dei coniugi Gauquelin. Dall'accenno che egli fa agli "influssi extra-terrestri", ci è poi dato dedurre che il filosofo fosse ancora legato all'idea di un rapporto causale tra astri e uomo, che si concretizza nel "concetto dell'influsso astrale considerato come un fenomeno naturale in cui entrano in giuoco energie capaci di un'azione materiale sul mondo fisico" (André Barbault, Dalla psicoanalisi all'astrologia). Ma sappiamo invece che le più accreditate concezioni dell'astrologia si rifanno oggi al concetto delle "corrispondenze cosmiche", che trova una sorprendente conferma nella teoria degli archetipi della psicologia junghiana. Ciò detto, e per concludere, non ci si può però non associare allo sdegno del filosofo nei confronti di quella forma caricaturale dell'astrologia che può provocare - come detto anche da C. G. Jung - "decisamente un danno." ("E' uno strumento appropriato solo se usato con intelligenza. Non è per nulla di semplice funzionamento e, quando usato da una mente razionalistica e ristretta, rappresenta decisamente un danno.")
Note di Paul K. Feyerabend
Questo è assolutamente e letteralmente vero. Quando un rappresentante della BBC volle intervistare alcuni dei vincitori di premio Nobel, questi declinarono la richiesta commentando che essi non avevano mai studiato l'astrologia e non avevano la benché minima idea dei suoi canoni. Il che non impedì loro di maledirla in pubblico. Nel caso di Velikowski la situazione fu esattamente la stessa. Molti degli scienziati che cercarono di impedire la pubblicazione del primo libro di Velikowski, o che lo stroncarono una volta pubblicato, non ne lessero mai una pagina ma si fondarono su pettegolezzi o su resoconti giornalistici. Questo è quanto risulta agli atti. Cfr. de Grazia, The Velikowski Affair, New York 1966, come pure i saggi in Velikowski Reconsidered, New York 1976. Come al solito, le massime certezze vanno di concerto con la massima ignoranza.
Cfr. Norbert Herz, Keplers Astrologie, Vienna 1895, come pure i relativi passaggi dell'opera completa kepleriana. Keplero contesta l'astrologia tropica e conserva l'astrologia siderale, ma solo per fenomeni di massa come le guerre, pestilenze, etc.
L'obbiezione del libero arbitrio non è nuova, fu sollevata dai padri della Chiesa. Come pure l'obbiezione dei gemelli.
BIBLIOGRAFIA
- Paul FEYERABEND, Science in a free society, NLB, Londra, 1978
- André BARBAULT, Dalla psicoanalisi all'astrologia, Società Editrice Morin, Siena, 1971
- C. G. JUNG, Letters, Routledge, Londra, 1990
Enzo Barillà