Astrologia e amore
di Gian Carlo Introno
"Sì, sì, ho capito tutto: lui ha Urano opposto alla mia Luna, mentre io ho Marte in quinta di nascita; e poi, in questo periodo, Saturno si trova ancora quadrato a Venere. Però, dicevo, secondo lei tornerà o no?". Dovete immaginarvele più o meno così le battute più frequentemente ricorrenti in un consulto astrologico, battute nelle quali - guarda caso - il versante su cui si va a parare è quasi sempre quello sentimentale. Credo non sia azzardato affermare che un buon ottanta per cento delle questioni che complessivamente vengono sottoposte al vaglio dell'astrologo - affinché alla luce delle sue conoscenze ne indaghi i moventi, ne illumini i contorni e soprattutto ne preveda gli sviluppi - riguarda, direttamente o indirettamente, le cosiddette "faccende di cuore". E non si cada nell'errore di giudicare un tal tipo di interesse appannaggio prevalente di personalità tipicamente cucite sullo stereotipo dell'adolescente alla scoperta dei turbamenti sessuali o della cinquantenne abbandonata dal marito: no, l'amore - anche se non tutti sono disposti ad ammetterlo - occupa un ruolo centrale negli interessi di vita di molta più gente di quanta si possa credere; e chi, come l'astrologo, ha per statuto licenza di intrusione nel privato altrui sa che spesso versa più lacrime d'amore il rampante manager tutto grinta e determinazione che non la sprovveduta e sognante manicurista di provincia.
La preponderanza delle questioni affettive tra gli interessi dei consultanti (e spesso addirittura tra i moventi dei futuri astrologhi) è una realtà talmente inoppugnabile che non rimane allo studioso che prenderne atto, cercando di individuare gli elementi astrologici ad esse connessi e ai quali riferirsi sia per un'opportuna ricerca del partner, sia - per coloro che avessero già provveduto - per l'ottimale gestione della situazione sentimentale in atto. Da un punto di vista tecnico possiamo allora individuare un duplice versante sotto il quale tale studio può essere affrontato: da un lato l'individuo con la sua caratteristica "segnatura" astrale, dalla quale sappiamo discendere, tra le altre cose, anche il suo comportamento "sociale" e il destino che ne consegue; dall'altro, la valutazione dell'impatto che un certo quadro caratteriale e destinico ha nei confronti di un secondo oroscopo. Accessoriamente ciò consentirà di definire una sorta di "identikit astrale" del partner ideale, ovvero il grado di compatibilità col partner reale.
A pensarci bene, la centralità della problematica relazionale in un vissuto è cosa di cui non c'è poi tanto da meravigliarsi: come gli psicologi ci insegnano, fin dalla tenera età è proprio il contatto con l'"altro" a costituire, in fin dei conti, il leitmotiv trainante dello sviluppo psico-caratteriale dell'individuo. Lo Zodiaco, nella sua immensa saggezza, non manca di sottolineare opportunamente la cosa affidandone la cosignificanza simbolica all'elemento più emblematicamente cruciale del sistema segni-case: quell'asse prima-settima che, imprimendo una sorta di "tensione" iniziale tra l'estremo egotico e quello altruistico della personalità, innesca tra questi due necessari ed insopprimibili contrappesi l'"energia potenziale" intrinseca a ciascun oroscopo; un'energia che la sequenza degli assi successivi trasformerà poi in "cinetica", per così dire, ossia in effettive soluzioni che l'individuo andrà scegliendo nella costruzione del suo vissuto in mezzo agli altri. Questo item mi pare dunque così importante che intendo iniziare proprio da qui la recognizione degli elementi da portare in conto per uno studio astrologico della "relazionalità".
L'"orizzonte" del quadro natale può essere visto come una sorta di "fune" sotto il tiro di due pulsioni antitetiche, rispettivamente costituite dalle primordiali esigenze egoistiche dell'individuo e dalla sua ineliminabile necessità di socializzazione. Si potrebbe in realtà obiettare che, in linea generale, una relazione interpersonale non implica necessariamente un coinvolgimento sentimentale caratterizzabile come storia d'amore; ciò è sicuramente vero, ma non va dimenticato che l'energia immagazzinata in questa sorta di "molla in tensione" testé definita (che è appunto l'asse prima/settima - Ariete/Bilancia - io/altri) rimane senza dubbio alcuno l'elemento discriminante primario nell'identificazione della quantità e della qualità della libido che l'individuo impegna nel suo porgersi agli altri. Seguendo un'analogia di tipo elettrico, potremmo insomma in certo senso immaginare che - attraverso i segni su cui quest'asse si appoggia, e soprattutto attraverso le presenze planetarie che coinvolge - ogni oroscopo esprima un "voltaggio", che è ovviamente variabile da caso a caso ed è in grado di connotare originariamente ed indelebilmente l'intensità con cui l'individuo "sente" e "vive" gli altri. È pertanto evidente che l'enfatizzazione di uno o di entrambi i poli di questa corrente dialettica fornisce un'iniziale ed intrascurabile indizio circa il peso della componente relazionale nel vissuto in oggetto; al punto che una studiosa del calibro della Morpurgo ha finito per individuare nell'assenza di forti componenti planetarie su quell'asse la migliore garanzia per un'esistenza forse di secondo piano ma probabilmente esente da pericoli connessi a frustrazioni del proprio protagonismo o a distruttività espressa nei rapporti interpersonali.
In effetti, anche quando appoggiata da buoni aspetti, una massiccia presenza planetaria in casa prima (soprattutto se contrapposta ad un'altrettanto importante settima, e spesso anche nei casi in cui sia solo quest'ultima ad essere "popolata", a causa del noto fenomeno del "risucchio") è sempre indicativa, secondo le rispettive simbologie coinvolte, di una problematica relazionale di un certo rilievo. In particolare, la presenza su tale asse di opposizioni che mettano in gioco pianeti protagonistici quali Plutone e il Sole o aggressivi quali Marte rende alla lunga concreto il rischio che - vuoi per una certa congenita ipertrofia dell'io, vuoi per una sorta di più o meno innocua "maniacalità" indotta nella visione dell'altro - il soggetto "rompa" con quelle esigenze politiche di tolleranza (e talvolta di sacrificio) richieste dalla settima, innescando dei veri e propri complessi da vittima-carnefice responsabili alla lunga della distruttività di qualsiasi rapporto. Ma anche le lesioni che coinvolgano solo uno di questi due poli fanno spesso sentire il loro peso, magari implicando accessoriamente le simbologie delle altre case toccate (tipicamente la quarta e la decima); ecco dunque diventare oroscopicamente identificabile la relazione sentimentale ostacolata dalla famiglia, o l'ascesa socio-professionale impedita dal ménage coniugale. A tal proposito c'è da dire che l'asse quarta-decima rappresenta simbolicamente un processo che è in qualche modo parallelo, oltre che per certi versi complementare, a quello espresso nella dialettica prima-settima: come dire che nel compiere il suo cammino di emancipazione dalla situazione di dipendenza tipica dell'infante a quella di indipendenza tipica dell'adulto l'individuo deve contemporaneamente imparare a sacrificare progressivamente lo "spazio" a sua disposizione a favore degli altri. La facilità o la difficoltà con cui tale processo avviene nonché la maggiore o minore bontà del risultato finale sono in generale desumibili dalla lettura degli aspetti che tra queste quattro case si giocano, e ciò costituisce un ulteriore importante elemento di valutazione di base circa la qualità della vita relazionale del soggetto. È ovvio che pianeti quali Giove e Venere ovvero aspetti quali trigoni e sestili faciliteranno questa crescita, ma non si deve cadere nell'inganno di considerare la cosa a senso unico: spesso l'eccessiva facilità con cui le cose vengono raggiunte è la premessa dei grandi sconforti che si patiranno qualora per qualche motivo la vita ce ne privi; e d'altra parte la forgia che l'individuo riceve dal superamento delle difficoltà rappresenta la migliore garanzia per la stabilità e la durevolezza di qualsiasi meta attinta. Inutile dire che verso una diagnosi positiva indirizzeranno anche eventuali appoggi derivanti dalle due principali case amiche della settima, ovvero la terza e l'undicesima, che ribadiscono a livello zodiacale l'evidenza che una articolata vita sociale e delle solide amicizie sono un'ottima premessa per il raggiungimento di una situazione coniugale gratificante. In ogni caso, e stavolta con riferimento specifico alla sola settima casa, l'esperienza conferma che ciascun pianeta in questa sede tende a "colorare" l'atmosfera relazionale delle proprie caratteristiche; in particolare Venere (in misura notevolmente maggiore rispetto a Giove) tende a rendere molto gratificanti i rapporti interpersonali, spesso determinando la costruttiva realizzazione del soggetto proprio nella vita coniugale (cosa che è indirettamente indizio, o se si vuole conseguenza, di felicità in campo affettivo); di contro, l'effetto privativo-ostacolativo di Saturno scarica qui la sua azione proprio sulla figura coniugale, e spesso su tutta la vita relazionale del soggetto. Singolare poi - anche perché pressocché infallibile, per quanto razionalmente non spiegabile - è l'effetto della presenza in settimo campo di Urano, che, anche con ottimi aspetti, nella stragrande maggioranza dei casi rende impossibile una qualsiasi stabilità in qualunque tipo di rapporto associativo.
Sebbene nella prima casa sia astrologicamente presente l'io del soggetto e nella settima si legga la storia delle sue associazioni (ivi compreso l'eventuale legame coniugale), ci si rende però facilmente conto di quanto limitativo sarebbe il fermare a questa coppia di significatori l'analisi di un vissuto sentimentale, come ben sa chi nell'indagine di questo particolare settore astrologico ha acquisito una certa esperienza.
Introducendo inizialmente il nostro discorso abbiamo parlato di "faccende di cuore": questa parola, in base al gioco di associazioni simboliche che in astrologia è norma, ci rimanda immediatamente al quinto segno (Leone-cuore) e quindi alla quinta casa. Appunto al quinto settore la tradizione astrologica attribuisce la competenza sulle faccende sentimentali, riguardate da un punto di vista che, per così dire, dà all'aspetto attrattivo la preminenza su quello associativo; tanto che ancor oggi, secondo una schematizzazione abbastanza diffusa tra gli astrologi, esiste una più o meno netta separazione tra le indicazioni ricavabili dalla settima (considerate di tipo formale-giuridico, e quindi riguardanti il partner ufficiale, il convivente, il coniuge) e quelle imputabili alla quinta (connotate essenzialmente da una veste ludico-passionale, e riguardanti quindi genericamente l'oggetto della propria passione sentimentale). In effetti, pur non potendosi mancare di notare come questa separazione talvolta si osservi effettivamente nella realtà, noi non ci sentiamo di accettarla tout court; questo discorso ci offre anzi lo spunto per una importante chiarificazione circa le due diverse identità sotto le quali l'amore viene rispettivamente presentato dalle due case zodiacali che ne sono interessate.
Nella settima il concetto di unione con l'altro scaturisce sì da una pulsione edonistico affettiva (che è dovuta alla schematica presenza di Venere, e che quindi mette inevitabilmente in gioco il fascino e la bellezza propria e altrui come strumenti della schermaglia amorosa), ma tale spinta è comunque mediata, filtrata, potremmo dire per certi versi raffreddata, dal compromesso che Venere ha dovuto raggiungere con Saturno, l'altro pianeta qui schematicamente presente. La spinta verso l'altro, che inizialmente è connotata dai toni entusiastici e un po' naÎf tipici appunto della quinta, qui diventa in sostanza ragionata ed attenta; e se da un lato perde di vigore per quanto attiene ad un fatto di pura carica erotica, dall'altro acquista in termini di criterio e di maturità con i quali il rapporto viene gestito. Nella logica della quinta casa, invece, ciò che viene primariamente espressa è la pulsione a riprodursi, quale esigenza inevitabilmente funzionale alla sopravvivenza dell'io: qui lo Zodiaco ci presenta la scelta dell'altro non come il risultato di una razionale valutazione del rapporto costi-benefici che egli ci apporterà, bensì come l'efficace risultato del geniale "travestimento" che la Natura adotta quando fa apparire come atto di edonistica scelta individuale una pulsione che in realtà è primariamente funzionale alla necessità di conservazione della specie. Non è infatti un caso che proprio il quinto settore sia quello più emblematicamente significativo del concetto di "vita", intesa sia come energia biologicamente pulsante del soggetto che come capacità a trasmetterla attraverso il concepimento di una prole; così come non è un caso che l'istinto ludico-sessuale dell'individuo, ovvero quella smania vitalistica che nella visione dei più rappresenta appunto il "vivere intensamente la vita", si traduca al fine nel più o meno inconscio tentativo di aggiudicarsi il partner migliore, ad esempio dal punto di vista della prestanza fisica. È facile intravedere come ciò realizzi un'ottima sintesi delle simbologie di primato e di vitalità che qui convivono, le quali, come detto, obbediscono in realtà alla precisa categoria di trasmettere "la miglior vita possibile" attraverso l'accoppiamento con un partner prescelto proprio perché "eccellente" rispetto agli altri. Questa azione selettiva passa attraverso fasi che proprio durante il cosiddetto "innamoramento" restituiscono all'individuo i riscontri reali circa i requisiti da lui teoricamente richiesti, in quel succedersi di progressivi adeguamenti tra ideali prefissi e realtà oggettivamente fruibili che costituisce, in fondo, la trama portante della vita amorosa.
Ci appare allora chiaro perché, ai fini dell'analisi che stiamo conducendo, le valutazioni tratte dall'esame della quinta casa si rivelino tali da dover essere imprescindibilmente aggiunte a quanto desunto altrove: le presenze planetarie in questa sede andranno ad agire proprio su questo naturale meccanismo attrattivo di cui s'è detto; ed è evidente che pianeti o aspetti privativi, ad esempio, tenderanno a difficoltizzarlo in maniera più o meno grave, mentre la presenza di pianeti sessuali (quali Venere, Marte o Plutone) o amplificanti (tipicamente Giove) enfatizzerà ancor più quella canalizzazione erotica delle energie già implicita nella simbologia di fondo della casa. Ovviamente, anche in questo caso sono da studiare con attenzione le lesioni o gli appoggi planetari che sulla casa possono venire a cadere. Tra gli aspetti negativi, le opposizioni all'undicesima, oltre a risultare privative sulle simbologie descritte (prima tra tutte quella dei figli), possono a volte orientare il soggetto verso una vera e propria astrazione di tipo ascetico nei confronti della pulsione all'accoppiamento e al divertimento in generale; mentre i conflitti con l'asse seconda-ottava innestano sul semplicistico meccanismo riproduttivo-vitale problematiche più o meno complesse attinenti alla sfera del possesso e dell'oralità in senso lato. I sestili con la terza indicano che l'innamoramento è avvantaggiato dalla facilità comunicativa, mentre quelli con la settima devono far pensare che il soggetto coniughi ottimamente l'aspetto "contrattuale" con quello propriamente passionale dell'unione. Tra i trigoni sono molto benefici quelli con la prima (anche se - e la Morpurgo ce lo ha insegnato magistralmente - in essi è sempre latente il rischio di eccessi), mentre quelli con la nona legano la vita sentimentale al lontano o a volte le conferiscono un'impostazione connotata da una elevata spiritualità. Per chiudere il discorso relativo alle case quinta e settima, va detto che particolare attenzione è da riservare anche alla situazione astrale dei pianeti "maestri" di esse (che specialmente in casa dodicesima appaiono decisamente mal piazzati e possono inclinare verso una vita sentimentale sofferta), e inoltre che la loro importanza, come vedremo più avanti, sembra emergere anche nelle valutazioni comparate tra due temi.
Circa i segni interessati (e tra questi, al di là di quelli su cui si poggiano le case prima, quinta e settima, è ovviamente basilare considerare quelli occupati dai Luminari) la maggiore stabilità, come è da aspettarsi, viene conferita dalla triade di Terra (e dal Toro in modo specifico); mentre grande è il coefficiente di instabilità introdotto dall'Aquario e, in misura leggermente inferiore, dai Gemelli. La Bilancia, pur nella sua congenita dubbiosità esitante, ha innato il senso del rispetto dell'altro, e dà quindi spesso vita ad unioni che, seppur a volte un po' fredde, sono fondamentalmente basate su un effettivo e ragionato apprezzamento reciproco. Di ardore e di passionalità si trova invece abbondanza rispettivamente nella triade di Fuoco (ma spesso l'irriducibilità dell'Ariete è davvero la croce di qualsiasi unione) e in quella di Acqua (ma attenzione ai tormenti dello Scorpione e alle fughe dei Pesci). Ovviamente questo discorso va confrontato con le altre indicazioni che emergono dal quadro natale.
La connotazione sentimentale di un oroscopo non può comunque prescindere dall'analisi dei significatori planetari direttamente coinvolti nella problematica amorosa, e in particolar modo di quelli che danno conto della visione che il soggetto ha dell'altro sesso e del modo in cui egli vive l'accettazione del proprio ruolo. Tra questi fondamentale è il pianeta Venere, che oltre al significato di "amore" ha al suo interno una serie di cosignificanze connesse all'appeal che il soggetto trasmette e riceve dall'altro (quali bellezza, fascino e salute sessuale); per un soggetto femminile, inoltre, questo pianeta concorre insieme alla Luna nella definizione del proprio modo di esser donna e nella visione che di tale femminilità il soggetto stesso ha. Di contro, in un soggetto maschile la Luna (e in parte anche la stessa Venere) rappresenta l'immagine della donna, ed è superfluo perciò evidenziare quanto importanti questi due pianeti si rivelino nell'orientamento comportamentale verso l'altro sesso oltre che nella definizione dello "stile affettivo" proprio del soggetto stesso.
D'altro canto, in maniera assolutamente analoga, i tre pianeti maschili per eccellenza, ovvero Sole, Marte e Plutone (questi ultimi due direttamente connessi al meccanismo sessuale maschile, ma anche alla "godibilità" che da questo punto di vista si ritrova espressa in un tema femminile), si rivelano elementi di non secondaria importanza sia per la determinazione di quello che potremmo definire il "coefficiente di sicurezza dei propri mezzi" implicito in un tema maschile, sia, in un tema femminile, per la recognizione dei contorni più o meno sereni a mezzo dei quali il contatto con la figura maschile si trova delineata.
Inutile peraltro ribadire come dall'esame planetario possano essere desunte anche eventuali devianze e difformità dalla regola, quali tipicamente l'omosessualità, che non sempre emergono alla coscienza del soggetto che ne è interessato e che spesso costituiscono delle invisibili barriere frapposte tra la felicità di due individui: l'analisi astrologica è generalmente in grado di individuare questi elementi con una notevole precisione, aiutando di solito anche a capire anche la genesi di certe realtà e soprattutto ponendole in una costruttiva evidenza al singolo o alla coppia. In particolare è possibile distinguere un'omosessualità "genetica" ed una "indotta": la prima è solitamente riconducibile a lesioni dei pianeti sessuali che si aggiungano ad aspetti (a volte soprattutto quelli positivi) che mischiano la parte maschile e la parte femminile della personalità (Sole-Luna, Marte-Venere, etc.) e, condizione quasi basilare, ad un aspetto negativo Urano-Venere. La seconda, che richiede in ogni caso la concomitanza di almeno alcuni degli elementi descritti nel caso precedente, è generalmente identificabile nell'esistenza di forti negatività che attingano i significatori della figura genitoriale di stesso sesso del soggetto in analisi, le quali costituiscono la spia di un'influenza che fu così nefasta da sfociare in un rifiuto del proprio ruolo sessuale. Questa seconda tipologia ammette tra l'altro, sia pur in alcuni specifici casi, la possibilità di una risoluzione a livello psicoanalitico; in ogni caso l'indagine astrologica, portando alla luce problematiche il più delle volte sommerse, nella maggior parte dei casi aiuta notevolmente, soprattutto se coadiuvata da buona maturità del consultante, a migliorare la qualità dell'eventuale vita di coppia gestita dal soggetto.
In conclusione, l'esame complessivo di tutti gli elementi considerati può globalmente indurre un giudizio oroscopico circa il grado di maggiore o minore tensione emotiva verso l'"altro", la maggiore o minore facilità con cui ciò si realizza attraverso il meccanismo di attrazione fisica, la maggiore o minore serenità con cui è vista la figura dell'altro sesso, l'oggettiva connotazione destinica che l'oroscopo riserva al versante sentimentale di un vissuto.
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Una volta dunque in possesso di una tal "carta d'identità" sentimentale di un soggetto, possiamo pensare di utilizzare questa caratterizzazione per analizzarne la compatibilità con un altro individuo: di ciò si occupa la branca dell'astrologia che prende il nome di sinastria, la quale indaga la compatibilità espressa dalle posizioni astrali di due o più individui in modo per la verità del tutto generico, e cioè con riferimento a campi anche diversi da quello propriamente sentimentale.
Sebbene già Tolomeo nel quarto libro del Tetrabiblos descriva l'influenza delle posizioni astrali sulla fortuna coniugale di un soggetto, è solo con l'astrologia moderna che prende corpo il concetto di raffronto di due temi natali, ed in particolare è Paul Choisnard il primo a definire dei criteri per la determinazione della "simpatia astrologica" intercorrente tra due individui. Egli li riconosce nell'esistenza di aspetti favorevoli (principalmente la congiunzione) tra i due Ascendenti (o anche nella loro presenza in segni uguali od opposti); tra Venere o Giove dell'uno e i Luminari o l'Ascendente dell'altro; ovvero tra Giove dell'uno e Saturno dell'altro. Agli aspetti favorevoli tra Venere e Marte è imputata l'attrazione sessuale, mentre altamente consigliabile viene giudicata l'unione nel caso in cui la Luna maschile si trovi congiunta al Sole femminile.
Si tratta in sostanza degli stessi elementi che Henry Gouchon riproporrà qualche decennio dopo, aggiungendovi però due novità. La prima, che poi tanto novità non è, consiste nel concetto di dominante elementale, corrispondente in realtà ad un "trapianto" nell'astrologia di coppia dell'antico assioma dell'affinità degli elementi appartenenti alla medesima "triplicità; inoltre il Gouchon individua un ulteriore criterio discriminativo di una sinastria invitando a valutare anche le rispettive posizioni dei pianeti rispetto agli assi cardinali, introducendo così il concetto di dominante planetaria (che verrà poi ripreso da Barbault) e ribadendo la maggiore significatività dei significatori zodiacali rapidi rispetto a quelli lenti.
È su questa scia che si innesta il pensiero astrologico di André Barbault, che se da un lato sviluppa il concetto di "movimento diurno" (enfatizzando anche in sinastria quell'importanza dei quattro angoli del tema messa in evidenza dalle contemporanee ricerche di Gouchon e dei Gauquelin), dall'altro si schiera invece in maniera estremamente critica nei confronti di una serie di assunti da sempre dati per scontati da quella che egli definisce astrologia popolare. Secondo il caposcuola francese, infatti, elementi molto labili sono da considerarsi sia, in positivo, l'appartenenza alla medesima triplicità, sia, in negativo, la dannosità delle configurazioni di opposizione e di quadrato: ad esser responsabile dell'esistenza di una tensione attrativa tra due individui, secondo lui, è piuttosto il fatto che l'aspetto esista, qualunque esso sia. Viene quindi a cadere quella rigida separazione tra la positività di trigoni e sestili e la negatività di opposizioni e quadrati su cui la sinastria classica aveva indugiato per secoli. La presenza dell'aspetto (e tra essi massima forza viene riconosciuta alla congiunzione) è equiparabile all'esistenza di una corda vibrante: prima ancora della considerazione del suono che le è connaturato e del come essa venga eventualmente pizzicata, è da riconoscere che è solo grazie al fatto che essa si trovi effettivamente tesa tra i suoi due estremi che è possibile udire il suono; consequenzialmente è solo l'assenza di aspetti reciproci la vera condizione che deve indirizzarci a considerare di basso profilo la sinastria tra due oroscopi. Barbault individua peraltro un altro elemento di coesione sinastrica nell'esistenza di analogie (che egli chiama ripetizioni o sovrapposizioni), che mostrino nei due temi analizzati il ripetersi di identici aspetti o di identiche dominanti, ovvero mettano in gioco identici gradi zodiacali.
Questo breve excursus sulle teorie dei tre astrologi francesi ci è utile non solo come presentazione dei ricercatori che per primi hanno delineato degli specifici criteri di qualificazione di una sinastria, ma anche perché è dall'evoluzione della corrente di pensiero che da essi origina che si è giunti alla visione oggi condivisa dalla maggior parte degli studiosi di scuola europea, della quale fornirò alcuni cenni nel prosieguo. Prima di procedere mi corre però l'obbligo di citare una tecnica di comparazione sinastrica nata in Germania intorno agli anni Venti e molto in voga negli Stati Uniti grazie all'opera di divulgazione fattane da Robert Hand: essa è basata sull'erezione di un grafico, detto composito, nel quale le posizioni dei pianeti e delle cuspidi sono ottenute come mezzipunti delle rispettive corrispondenti posizioni nei due temi dei soggetti in analisi. Riguardo a questa tecnica - che è stata tra l'altro oggetto di alcune rivisitazioni, tra cui abbastanza interessante è quella operata dal tedesco Schiffman - voglio senza mezzi termini esprimere qualche perplessità, e mi consentirò anzi al riguardo una piccola digressione che spero non mi faccia apparire come un denigratore della cultura astrologica oltreoceanica. Non ho peraltro difficoltà ad ammettere che non particolarmente congeniale di quest'ultima mi risulta quella tendenza all'amplificazione che le è sagittarianamente connaturata (chi di voi non ha mai notato quanto "caricate" siano, ad esempio, la gestualità e la mimica facciale degli Americani?) e che, anche in astrologia, comporta spesso il rischio di deviare dall'essenzialità delle questioni verso una fumosa torrenzialità retorica, di solito apportatrice di vera e propria confusione per il lettore o per il discente. Ci troviamo in questo caso di fronte ad un metodo (quello del composito, appunto) che è, a mio avviso, invalidato in partenza dai presupposti teorici su cui poggia. Innanzitutto, non appare in linea generale logico abdicare dalla considerazione di due oroscopi reali (quelli cioè relativi ai due soggetti effettivamente attori dell'unione) a favore di un oroscopo immaginario riferito all'ipotetico super-organismo costituito dalla coppia; anche nel raro caso di una profonda fusione tra due esseri, non appare credibile che i rispettivi vissuti risultino in tal modo rappresentati in maniera più efficace rispetto a quanto sia possibile leggere nei rispettivi quadri natali: per quanto "simpatici", essi non saranno certamente sovrapponibili in toto, e continueranno dunque a manifestare ciascuno la propria peculiare reazione ai transiti e alle rivoluzioni del momento. Ad esempio, nel caso di una rottura dovuta a "tradimento" di una delle due parti, è evidente (e l'analisi dei rispettivi cieli lo evidenzia generalmente con grande chiarezza) che ben diverso sarà lo stato d'animo del tradito rispetto a quello dell'adultero; e non si capisce onestamente come di ciò possa dar conto un tema composito. Inoltre, pur fondando sicuramente i moti zodiacali su delle armonie ritmiche riconducibili ad un modello numerico, la logica di tali progressioni non è così elementare da consentirne una traduzione in termini matematici lineari, così come avviene ad esempio nel caso della media aritmetica. In altre parole, dati due individui uno dei quali abbia, poniamo, Venere al grado 20 dello Zodiaco e l'altro al grado 200, ammettere che la coppia da essi formata sia regolata da un oroscopo in cui Venere si trova al grado (20+200):2 = 110, sarebbe come affermare che Ariete più Bilancia fa Cancro, ed appare evidente anche al principiante quanto astrologicamente risibile sia una tale affermazione. Anche se i ritmi che ne governano le vibrazioni sono riconducibili al numero, in astrologia - purtroppo, o per fortuna - due più due non fa quattro come in aritmetica; ed è ciò che rende - grazie a Dio - l'interpretazione di un oroscopo (e ancor più la valutazione dell'interazione tra due oroscopi) operazione mille miglia lontana dai canoni di una ragionieristica e monotona computisteria zodiacale.
Chiarito ciò, riassumerò di seguito quelli che secondo un sostanzioso e titolato gruppo di studiosi rappresentano i principali punti da tenere in considerazione in astrologia sinastrica, ai quali mi permetterò di aggiungere qualche elemento derivato da una personale esperienza di studio. Come già fatto nella prima parte, anche qui carrelleremo sinteticamente ed in maniera generalizzata sulla natura delle forze che spingono due individui a desiderare di unirsi, ovvero sulle ragioni astrologiche di accordo o di discordia e - cosa ben disgiunta dalla prima - di attrazione o indifferenza che all'interno di una coppia si possano riconoscere. Segnalo a tal proposito l'esistenza di un delizioso libercolo, "Introduzione alla sinastria - Astrologia dei rapporti umani" a firma di Ciro Discepolo e Francesco Maggiore, nel quale, in un centinaio di pagine e al costo di sole diecimila lire, vengono toccati tutti i punti essenziali della questione e nel quale il lettore troverà un ottimo e sintetico compendio che, sia pur spoglio di tante auliche perifrasi, guida alla comprensione di una metodologia di valutazione sinastrica che ha ottenuto la validazione di circa 5000 coppie esaminate.
La premessa generale da fare - e lo abbiamo già accennato - è che, pur dovendosi ammettere che tutti gli aspetti reciprocamente riscontrabili tra i pianeti di due temi natali sono in realtà attinti da una propria valenza, solo alcuni tra essi sono tali da avere un peso significativo nella determinazione della forza e della qualità di un'unione; essi sono tipicamente i significatori dei nuclei fondamentali dell'"io" inteso sia in senso attivo che sensibile, e i significatori della libido impegnata dai due soggetti a livello sessuale e relazionale. Appare peraltro evidente che gli elementi dai quali è possibile desumere la maggiore caratterizzazione di una personalità sono quelli connotati dalla maggior rapidità all'interno del percorso zodiacale, in quanto proprio per la loro velocità risultano altamente più specifici rispetto alle posizioni dei significatori in movimento lento o lentissimo. Possiamo allora individuarli rispettivamente nell'asse AS-DS, nel Sole, nella Luna, in Venere, in Marte e negli aspetti che reciprocamente tra questi elementi si rimbalzano dai due temi in analisi. Noto, en-passant, che l'assenza di Mercurio da questa lista (lo scarsissimo peso dei suoi aspetti sinastrici è una realtà evidenziata da numerose ricerche al riguardo) ribadisce a livello zodiacale il fatto che processi come l'innamoramento (e come, in parte, persino la definitiva stabilizzazione di due vissuti in un destino comune) vengano gestiti da quel lato della personalità che non mette in gioco percezioni di tipo mercuriale; essi viaggiano invece sull'onda di un trasporto tipicamente irrazionale, che affonda le sue radici nella memoria genetica più profonda (e perciò di tipo circolare-inconscia) dell'individuo e che conseguentemente è veicolato a mezzo di una captazione e di un'elaborazione dei segnali che non è di tipo lineare-razionale.
Per un certo tempo l'interpretazione degli aspetti data in una sinastria ha sostanzialmente ricalcato quella tradizionalmente adoperata per il tema natale, con la classica suddivisione in positivi (trigono, sestile e alcune congiunzioni) e negativi (alcune altre congiunzioni, opposizione e quadrato). In realtà, sulla base di quanto prima accennato a proposito del pensiero di Barbault, questa semplificazione (che comunque già nell'analisi di un radix presenta più d'una eccezione) è da valutare in maniera ancor più critica nel caso di una sinastria: all'analisi di molti studiosi si è infatti da tempo messa in luce un'evidenza che è apparsa fin dall'inizio contraddire i vecchi assiomi della concordanza tra elementi, mostrando piuttosto come tra le coppie reali esaminate gli aspetti di opposizione e di quadrato tra Luminari ed Ascendenti superassero di gran lunga la distribuzione casuale, con le opposizioni tra i Soli che, in particolare, si presentavano in numero superiore rispetto agli aspetti di trigono e sestile. Alle prime timide confidenze tra colleghi è seguita sempre più nel tempo un'acquisizione di consapevolezza circa una realtà astrologica che, a ben pensarci, tutto sommato non fa che confermare una vecchia legge di natura: quella che vede gli opposti attrarsi; d'altra parte, l'evidenza statistica è tale da far passare in secondo piano persino l'importanza delle eventuali spiegazioni che della cosa noi possiamo tentare di rintracciare. È pertanto da ritenere molto onesto, oltre che professionalmente corretto, l'atteggiamento di chi, come è accaduto per gli esponenti della scuola Discepolo, avendo nel corso degli studi ottenuto riscontri di segno contrastante le primitive convinzioni, non ha avuto difficoltà a rivedere le posizioni sostenute alcuni anni prima.
Dunque al pimo posto tra le ragioni di attrazione, ci crediate o no, c'è l'opposizione dei Soli. Ed anche la quadratura tra i luminari diurni di due soggetti la si ritrova come fattore di grande attrazione. Come può essere ciò, dato che segni che si guardano da novanta o da centottanta gradi sono sicuramente portatori di segnature sostanzialmente dissimili, destinate a vivere l'incontrovertibile e genetica disuguaglianza di fondo con la sperimentazione di continue divergenze su tutto? Ebbene, la Natura sembra volerci indicare che, soprattutto se la coppia di cui si parla è intesa in senso sentimentale, il contrasto che da tale dissimilitudine deriva risulta ampiamente controbilanciato dal completamento che attraverso l'unione i singoli realizzano. Insomma è come se l'individuo percepisse inconsciamente nella diversità dell'altro la miglior garanzia di poter ritrovare ciò che a lui manca, e venisse perciò irresistibilmente spinto verso un'unione che, per quanto sofferta, ricostituisca un patrimonio genetico di completezza da consegnare alla prole; una "armonia di opposti" - per dirla con Eraclito di Efeso - riscontrabile nei caratteri umani non meno che nei fenomeni elettromagnetici, e della quale ci vengono forniti abbondanti esempi ad ogni pie' sospinto.
Al secondo posto tra gli elementi di attrazione è la congiunzione dei due luminari eterologhi, ovvero del Sole dell'uno con la Luna dell'altro, o viceversa. Si ritrova qui pienamente confermato quanto derivante dalla Tradizione: il fatto che i due archetipi fondamentali del principio maschile e di quello femminile rispettivamente appartenenti ai due individui costituenti la coppia si trovino giacere sul medesimo terreno zodiacale è tale da generare una profonda compatibilità derivante dal fatto che ciascuno dei due soggetti coincide con l'ideale dell'altro, in una fusione dove, a differenza del caso precedente, la complementarità non viene realizzata attraverso una dissimiglianza potenzialmente conflittuale bensì attraverso un'integrazione-compenetrazione che potremmo considerare riassunta nel simbolo del Ttai Ki.
Abbiamo dunque esaminato due condizioni che potremmo definire top, ciascuna delle quali cosituisce da sola un'ottimo presupposto per la forza dell'unione; e se in una di esse abbiamo ritrovato affermata la supremazia della congiunzione (stavolta riferita proprio ai due simboli più emblematicamente rappresentativi della parte maschile e di quella femminile), nell'altra abbiamo potuto apprendere come l'aspetto negativo, e l'opposizione in particolare, pur sottraendo in serenità quanto aggiunge in pathos, inserisce una componente attrattiva in più data dalla "attrazione genetica del diverso". Sarebbe però evidentemente sbagliato a questo punto pensare che gli aspetti positivi non continuino comunque a far sentire il loro peso in una sinastria: fatta in ogni caso salva la supremazia della congiunzione, trigoni e sestili continuano a rappresentare in ogni caso degli ottimi coefficienti di armonia. Questo discorso è da riferire a tutte le combinazioni possibili tra i cinque items sinastrici di cui s'è detto, anche se vanno però fatte alcune precisazioni in merito alla lettura di ciascun aspetto: con riferimento alla sua direzionalità, ed inoltre con riferimento alla maggiore o minore forza che esso esprime in funzione della reattività reciproca dei simboli coinvolti. In particolare, qualsiasi aspetto leghi tra loro Sole, Luna e l'asse Ascendente-Discendente (ovvero l'asse delle cuspidi prima-settima) è da considerarsi a forte reattività reciproca (mette infatti in gioco valori e simbologie complementari o analoghe) ed introduce perciò nella coppia un alto fattore di attrazione; la differenza principale tra aspetti positivi e negativi consiste piuttosto nel tipo di vissuto che ciò genera, che con i primi tende ad essere improntato ad una serena stabilità, mentre con i secondi sottende generalmente un clima più instabile nel quale spesso si insinua il dissidio.
Rammento a tal proposito che in sinastria il Sole rappresenta più che mai il nucleo centrale della personalità, del modo di pensare e di essere dell'individuo; la Luna è il simbolo corrispondente al "sentire" della persona, e quindi alla parte dell'io che è in qualche modo deputata a "ricevere" l'altro all'interno delle proprie strutture mentali e sentimentali; l'Ascendente simboleggia invece la parte più "esterna" della personalità, ma non per questo meno significativa visto che è la prima ad entrare in contatto con i sistemi di captazione dell'altro (e ciò spiega tra l'altro come mai le più forti ed irrazionali attrazioni vengano esercitate proprio da chi in un aspetto sinastrico porge proprio questo specifico significatore. Circa il pianeta Marte, è da dire che esso dà luogo ad aspetti fortemente dissimmetrici, nei quali cioè ben diversa è la diagnosi da stilare nei confronti del possessore del "pianeta rosso" (che inferisce nella coppia, e relativamente alla simbologia dell'altro vertice dell'aspetto, un'energia di tipo aggressivo) rispetto a quella del possessore dell'altro polo dell'aspetto (che tale aggressività dovrà invece subire). Evidentemente, la situazione si presenta molto migliore nel caso di aspetti positivi, con i quali generalmente si osserva una canalizzazione dell'energia libidica marziana in una direzione che potremmo dire "al servizio" dell'altra simbologia coinvolta nell'aspetto; la cosa si trova esattamente ribaltata con gli aspetti negativi, i quali però sembrano generalmente influire più sulla qualità del vissuto che sulla durata dell'unione. Vi è inoltre l'importantissima eccezione riguardante gli aspetti con Venere, intendendo con ciò indifferentemente il Marte dell'uno con la Venere dell'altro o il viceversa. Le simbologie di questi due pianeti sono tali da incarnare un rapporto di complementarità ideale che sembra prescindere dalla natura dell'angolo che li unisce: l'esperienza pratica ha infatti evidenziato come l'esistenza di un qualsiasi aspetto tra questi due significatori si traduca in una fortissima e costante tensione sessuale esistente nella coppia, ed è noto che l'affiatamento in questo campo (ivi comprendendo anche l'esistenza di eventuali difformità dalla regola che tra loro ben si incastrino ed amalgamino) rappresenta non solo un ottima premessa per un sodalizio sentimentale, ma anche e soprattutto una delle migliori garanzie nei confronti della sua durata.
Sempre con riferimento al pianeta Venere, fermo restando tutto quanto detto nella prima parte a proposito di questo fondamentale significatore dell'amore, devo dire che la mia personale esperienza di ricerca ne ha messo in evidenza un'importanza addirittura superiore a quella comunemente accettata dalla scuola Discepolo. In particolare, pur non potendo ancora giudicare definitivamente significativa la cosa per la non rigorosità del campione da me considerato, ritengo che motivo di forte pulsione attrattiva in una coppia debba esser considerato l'aspetto sinastrico di congiunzione tra questo pianeta e il Sole, elemento che, soprattutto quando la tolleranza dell'aspetto stesso è minima, sembrerebbe avere un peso paragonabile a quello dei fattori di coesione "di prima grandezza" (opposizione dei Soli e congiunzioni Luna-Sole).
Aggiungo che un altro versante di studio molto interessante da sviluppare mi appare quello della presenza di Venere (oltre che del Sole, come ha già ottimamente osservato Francesco Maggiore) dell'uno nella settima e/o nella quinta casa dell'altro; l'argomento è solo parzialmente compreso nella considerazione delle opposizioni all'ascendente, e secondo me meriterà in futuro l'attenzione di una verifica molto più attenta.
Qualche parola è da spendere anche sulle configurazioni che interessano i pianeti lenti, o, per esser più precisi, che vedano coinvolto un pianeta lento in aspetto con uno dei cinque significatori finora considerati. La ricerca sembra evidenziare che l'interesse principale va rivolto verso gli aspetti negativi, l'esistenza dei quali sembra collegarsi alla non durevolezza di un unione; tra questi quelli più significativi ci paiono quelli che vedono in gioco Saturno o Urano da una parte, e la Luna dall'altra: in pratica tali aspetti si traducono quasi sempre nell'usura emotiva da parte di colui che offre all'aspetto la Luna, il quale, per motivi oggettivi o anche solo soggettivi, sente la sua sensibilità ferita dall'altro. Di contro, gli aspetti positivi di Saturno dell'uno ai Luminari dell'altro è spesso indice di durata del rapporto.
È noto che la scuola Discepolo ha tentato di desumere da un esame sinastrico una quantificazione numerica del grado di coesione tra due individui, mediante attribuzioni di un coefficiente numerico agli aspetti ritenuti maggiormente significativi. Il metodo risponde al suo intento con approssimazione molto buona, anche se ci si potrà agevolmente render conto delle difficoltà insite in una tale operazione che rimane, in ogni caso, da considerarsi come sperimentale; come ho accennato, si dovrà forse in futuro considerare l'opportunità di inserire all'interno di questo modello una valutazione numerica positiva anche per le congiunzioni che vedano coinvolti il Sole e Venere, ed inoltre dei coefficienti sottrattivi riguardanti le configurazioni indicative di dissidio e conflittualità.
Ogni lavoro che si rispetti deve includere qualche esemplificazione pratica, e non mi esimerò da questa buona consuetudine. Dal momento che i dati di cui maggiormente fidarsi sono quelli sui quali ci è possibile avere un controllo diretto, essendo io tra l'altro noto fautore di un'"astrologia personale", vi sottoporrò due esempi di sinastria che vedono coinvolto direttamente il sottoscritto, il quale - essendo portatore di alcune configurazioni astrali di cui ormai anche i meno esperti di voi sapranno riconoscere il significato - quanto a vicissitudini sentimentali non ha avuto certo di che annoiarsi e rappresenta dunque un ottimo campione per le nostre osservazioni. Spero peraltro che ciò non insinui nel Lettore il sospetto che solo alle vicende personali si sia limitata la mia indagine.
Ho scelto le sinastrie risultanti dalla comparazione del mio tema natale con quello di due soggetti femminili la cui rilevanza nella mia vita affettiva è stata, ovviamente, grande; ciò che da esse è possibile desumere è assolutamente in linea con le altre risultanze della mia ricerca (che è limitata ad un centinaio di coppie) e mi sembra perciò idoneo all'esemplificazione di alcuni dei concetti esposti.
Nella prima comparazione, che costituisce un caso per la verità ben raro, balza immediatamente all'occhio l'esistenza di una gran quantità di importanti aspetti incrociati: secondo il metodo Discepolo-Miele essa dà luogo ad un punteggio di 44, e chi vorrà potrà da solo verificare quanto raramente sia dato di imbattersi in una sinastria attinta da questo valore numerico. Tra gli aspetti comparati che balzano all'occhio in questa sinastria evidenzio nell'ordine (con M e F sono rispettivamente indicati il tema maschile e quello femminile): l'opposizione Sole(M)-Sole(F); la congiunzione Sole(M)-Luna(F); la congiunzione Sole(F)-Asc(M); il trigono Sole(M)-Asc(F); il trigono Luna(M)-Luna(F); il trigono Luna(M)-Ascendente(F); l'opposizione Asc(M)-Luna(F); il sestile Asc(M)-Asc(F); il trigono Venere(M)-Marte(F). Il Sole(M) è congiunto alla cuspide di quinta(F). Tra gli aspetti disarmonici spiccano i quadrato Luna(M)-Urano(F) e Saturno(M)-Luna(F). È interessante inoltre notare che i due temi "ripetono" alcuni elementi, quali l'angolarità di Giove ascendente, l'opposizione Marte-Luna, il quadrato Sole-Saturno. L'eccezionale qualità della sinastria trova riscontro nei contorni quasi romanzeschi che la storia ha vissuto, con risvolti di eccezionale pathos emotivo e di enorme pulsione attrattiva; tuttavia, dal momento che il sottoscritto è tuttora celibe e la nostra non gli è più al fianco, l'esempio è calzante per mostrare come l'esistenza di un feeling eccezionale tra due individui sia cosa non necessariamente collegata alla durata del loro rapporto.
La seconda comparazione, che si presenta meno ricca, ci dà l'opportunità di verificare la supposta importanza di Venere nei suoi aspetti col Sole. La strettissima congiunzione (avviene sullo stesso grado) Sole(M)-Venere(F) si trova in questo caso ribadita dalla congiunzione Sole(F)-Venere(M), e va ad inserirsi in una sinastria nella quale - se si escludono il trigono Asc(M)-Sole(F) e il debole semiquadrato Sole(M)-Sole(F) - non si rilevano per altri versi elementi di particolare importanza, e nella quale oltretutto bisogna fare i conti con la strettissima congiunzione Luna(M)-Urano(F) e col quadrato Saturno(M)-Venere(F). La grande intensità dalla quale la storia è stata caratterizzata - e la cosa, come potrete immaginare, mi consta direttamente - parla invece di una sinastria sicuramente "forte", cosa che a mio avviso è da attribuire ai suddetti aspetti Venere-Sole.
Per ultimo ho pensato di riservare una sorpresa a chi segue l'astrologia in Rete (oltre che ai diretti interessati) proponendovi la sinastria della coppia più famosa del mondo astrologico in Internet: quella composta da Epimeteo ed Eulalia. Il loro punteggio sinastrico attinge la cifra di 29 punti, ed è opportuno rammentare al riguardo che il metodo Discepolo attribuisce ai punteggi da 20 in su significato di eccezionalità. Spicca in questa comparazione, oltre alla domificazione praticamente identica, il trigono tra i due Soli (che si gioca però tra due segni in quadratura, cioè "di destino"), il semisestile Sole(M)-Luna(F), il trigono Venere(M)-Marte(F). Inoltre la Luna(M) è congiunta al DS(F), e Luna(F) e Venere(F) sono rispettivamente congiunte all'ASC(M) e al DS(M). Interessante anche notare come alla millimetrica congiunzione Sole-Nettuno del tema maschile fa riscontro nel tema femminile lo stretto trigono tra i due stessi astri. Insomma l'astrologia ci dice, tra le altre cose, che i nostri due "eroi virtuali" si piacciono ancora tanto e che hanno estro da vendere anche in campo erotico (come d'altra parte, anche senza saperne di astrologia, era lecito aspettarsi da due rappresentanti della "calda" terra siciliana); tanto che potremmo suggerire all'amico Epimeteo di assumere come definitivo appellativo tra i tanti che giornalmente cambia quello di "Filoeulalico".
Prima di chiudere questa carrellata su ciò che ci è possibile desumere dal modo in cui due oroscopi "si guardano", desidero fare ancora qualche importante precisazione accessoria.
L'informazione principale che l'utenza astrologica chiede come risultato di un esame di comparazione sinastrica batte quasi maniacalmente su un unico aspetto della questione: nel caso di un rapporto in essere, esso riguarda la sua durata temporale, che nei desideri del consultante viene quasi sempre auspicata eterna (chi intende sbarazzarsi del coniuge più che all'astrologo si rivolge di solito ad un amante-killer: ruolo che peraltro è capitato di ricoprire anche a qualcuno che partiva proprio come astrologo¼ ); nel caso di un rapporto interrotto, invece, l'interesse preminente riguarda la possibilità di una sua ripresa e stabilizzazione. Orbene, anche al fine di distinguersi dai vari "oroscopari" da 144 e affini, bisogna avere l'onestà di ammettere senza mezzi termini che questo è un tipo di responso che l'analisi comparata dei temi natali non può assolutamente fornire con certezza. Ho visto coppie con altissimo punteggio sinastrico finire in malo modo e con reciproco rancore la loro unione, così come conosco vivere insieme da decenni persone i cui oroscopi comparati danno luogo al punteggio di zero. L'esame sinastrico non dice di solito nulla su quanto durerà un rapporto, ed anzi è questo un tipo di indicazione che si può casomai tentare di ricavare con maggiore chiarezza dall'esame dei singoli temi. La sinastria vi parla piuttosto di maggiore o minore attrazione, di simpatie ed antipatie, di conflitti e di accordi, di interessi comuni o divergenti, di "pelle affine" o di istintiva antipatia; vi indica le inspiegabili alchimie che spingono verso un partner che magari non ci somiglia in niente, ma del quale chissà perché non riusciamo a fare a meno; ovvero vi spiega perché mai continuiate a rimanere fredde nei confronti di quel bravo, bello, simpatico e onesto ragazzo che vi fa il filo da sempre senza successo; ci racconta persino di come un naso adunco o dei denti un po' storti possano apparire più sexy di un corpo che sembra uscito dallo scalpello di Fidia, e ancora tante altre cose. Ma non potrà purtroppo dirvi se e quando la vostra consultante farà pace col Gianni.
Anche dall'astrologia, come in tanti altri campi della vita, si può trarre maggiore o minore profitto, e d'altra parte, così come per i consulti tradizionali, anche la consultazione riguardante un'analisi di coppia può essere impostata in vari modi: e se c'è chi vuol sapere solo quando si sposerà, o perché lui l'ha lasciata, c'è anche qualcuno che invece segue attentamente i consigli che gli diamo su come smussare quei lati caratteriali che proprio non vanno. L'astrologo può e deve fare previsioni, l'abbiamo detto tante volte; ma oltre a prevedergli il futuro, un astrologo deve anche fondamentalmente educare il suo consultante a sapersi costruire quel futuro migliore che brama, e che così sarà possibile prevedergli. Non sarà mai abbastanza ripetuto che l'astrologia, prima ancora che strumento di divinazione, è strumento di conoscenza di noi stessi; e come tale reca implicita in sé la possibilità di attuare una magica operazione di messa a punto della nostra vita mediante una condotta che ne esalti i punti di forza e ne attutisca le carenze. Conoscere è potere; e se grazie alla conoscenza l'uomo ha potuto proiettarsi dalle caverne fin sulla Luna, potrà ben scalare anche le scoscese pareti che portano alla felicità, ivi compreso quella sentimentale. Anche riguardo alle dinamiche sinastriche, insomma, è possibile distinguere tra un atteggiamento "passivo" ed uno "attivo", ed è appunto quest'ultimo l'orientamento mentale che un vero astrologo è deputato ad inculcare nel suo consultante, affinché, nelle problematiche relazionali come nelle altre, egli possa individuare la condotta migliore verso gli obiettivi più congrui.
Ma il vero astrologo è anche colui che sa come va il mondo: ecco perché non dovrete rammaricarvi più di tanto se dopo esservi scervellati nell'esplorare i meandri più segreti delle dinamiche di una coppia, dopo aver portato alla luce i moventi inconsci e gli scopi dichiarati di un ménage, dopo aver individuato con precisione i punti di forza e quelli di debolezza di una dialettica sentimentale, vi sentirete apostrofare con sguardo deluso dalla solita frase: "Sì, sì, ho capito tutto, e la ringrazio; ma, insomma, lui tornerà o no?".
Gian Carlo Introno
Pubblicato sul numero 40 di Ricerca '90
Soggetto femminile 1
Gian Carlo Introno
Epimeteo & Eulalia